#Joe Grandy
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weirdlookindog · 1 year ago
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Antropophagus (1982)
AKA Anthropophagous, The Savage Island, Anthropophagus: The Grim Reaper, The Zombie's Rage, The Grim Reaper, The Beast, Anthropophagous: The Beast, Man Beast
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thebutcher-5 · 6 months ago
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L'infernale Quinlan
Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di cambiare nuovamente argomento e passare al mondo della letteratura con un libro recente che mi ha profondamente sorpreso, Piranesi di Susanna Clarke. Piranesi ù un uomo che vive nella Casa, un luogo immenso, composto da innumerevoli saloni, vestiboli e con un grande numero di Statue, tutte differenti tra loro. Lui

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gianlucafalduto · 1 year ago
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Becoming Unstoppable: Defying Limitations | One Of The Greatest Speeches...
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vintagetvstars · 5 months ago
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Hot Vintage TV Men's Bracket - Round 1 - Part 1/2 (Polls 1-99)
Round 1 (All Polls)
Ted Bessell Vs. Dick Van Dyke
Jonathan Frid Vs. William Hartnell
Claude Rains Vs. William Hopper
Eric Idle Vs. Peter Tork
Henry Winkler Vs. Tom Smothers
Martin Kove Vs. Tom Selleck
Jeff Conaway Vs. John de Lancie
Dave Foley Vs. Michael J. Fox
David Hyde Pierce Vs. Tony Shalhoub
Jason Bateman Vs. Rob Lowe
Ted Cassidy Vs. Boris Karloff
Eddie Albert Vs. Russell Johnson
Bobby Sherman Vs. Micky Dolenz
Robin Williams Vs. Fred Grandy
Kevin Smith Vs. Bruce Campbell
Brad Dourif Vs. LeVar Burton
Seth Green Vs. Brandon Quinn
Matthew Perry Vs. Tim Daly
Mike Farrell Vs. Judd Hirsch
Matt Bomer Vs. Timothy Olyphant
Larry Hagman Vs. Kent McCord
Fred Rogers Vs. Bobby Troup
David Cassidy Vs. Luke Halpin
George Takei Vs. Richard Hatch
Ricardo Montalban Vs. John Forsythe
Richard Dean Anderson Vs. Bruce Willis
Anthony Head Vs. Paul McGann
Thorsten Kaye Vs. Michael Horse
Darren E. Burrows Vs. Dana Ashbrook
Adam Brody Vs. Milo Ventimiglia
Adam West Vs. Richard Chamberlain
Randy Boone Vs. Dean Butler
Clint Walker Vs. George Maharis
Erik Estrada Vs. Paul Michael Glaser
Billy Dee Williams Vs. Rock Hudson
Ted Danson Vs. Jameson Parker
Sylvester McCoy Vs. Armin Shimerman
Joe Lando Vs. Spencer Rochfort
Ben Browder Vs. Keith Hamilton Cobb
Richard Ayoade Vs. Kevin McDonald
Patrick McGoohan Vs. Robert Vaughn
Chad Everett Vs. DeForest Kelley
Jon Pertwee Vs. Mark Lenard
Darren McGavin Vs. Peter Falk
Terry Jones Vs. Alan Alda
Michael Tylo Vs. Timothy Dalton
Sean Bean Vs. Valentine Pelka
Ioan Gruffudd Vs. Colin Firth
David Tennant Vs. Robert Carlyle
Jason Priestley Vs. Tom Welling
Martin Milner Vs. James Garner
David Soul Vs. Lee Majors
Derek Jacobi Vs. Andrew Robinson
David Hasselhoff Vs. Stephen Nichols
Jimmy Smits Vs. Hal Linden
Brent Spiner Vs. Ted Raimi
Patrick Troughton Vs. Andreas Katsulas
Miguel Ferrer Vs. Mitch Pileggi
David James Elliot Vs. Andre Braugher
Blair Underwood Vs. Mark-Paul Gosselaar
Don Adams Vs. Cesar Romero
Bob Crane Vs. John Astin
Walter Koenig Vs. Davy Jones
Tom Baker Vs. Jamie Farr
Woody Harrelson Vs. John Schneider
John Goodman Vs. Joseph Marcell
Danny John-Jules Vs. Marc Alaimo
Michael Praed Vs. Kevin Sorbo
Mark McKinney Vs. Colm Meaney
Neil Patrick Harris Vs. David Schwimmer
James Arness Vs. Robert Fuller
Clint Eastwood Vs. Robert Conrad
Jonathan Frakes Vs. Michael Hurst
David Duchovny Vs. Michael T. Weiss
Luke Perry Vs. Jeremy Sisto
Matt LeBlanc Vs. John Stamos
Reece Shearsmith Vs. Alexander Siddig
Eric Close Vs. William Shockley
Daniel Dae Kim Vs. Robert Beltran
Scott Cohen Vs. Scott Patterson
Dick Gautier Vs. Michael Landon
Wayne Rogers Vs. Alejandro Rey
Gerald McRaney Vs. Robert Wagner
Simon Williams Vs. John Cleese
Brian Blessed Vs. James Earl Jones
Noah Wyle Vs. Kyle MacLachlan
James Marsters Vs. Paul Gross
Paolo Montalban Vs. Robert Duncan McNeill
Garrett Wang Vs. Nate Richert
Christian Kane Vs. Michael Vartan
David McCallum Vs. David Selby
Leonard Nimoy Vs. Colin Baker
Randolph Mantooth Vs. Michael Nesmith
Demond Wilson Vs. Tony Danza
Ron Perlman Vs. Mr. T
Ron Glass Vs. Dirk Benedict
John Shea Vs. Michael Ontkean
Jeffrey Combs Vs. Rowan Atkinson
Tim Russ Vs. Bruce Boxleitner
Round 1 Polls 100 - 128
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Storia Di Musica #350 - Miles Davis Quintet, Relaxin' With The Miles Davis Quintet, 1958
Per essere stata una piccola casa editrice musicale, la Prestige di Bob Weinstock Ăš infarcita di leggende, come ho un po' raccontato in queste belle (per me, e spero pure per chi le ha lette) storie musicali novembrine. Che oggi toccano l'impressionante traguardo dei 350 dischi, e come tradizione vuole tocca a Miles Davis. Weinstock capĂŹ agli inizi degli anni '50 che Davis aveva un talento gigantesco sia come musicista ma forse ancora di piĂč come band leader, tanto che fu uno dei suoi piĂč grandi sostenitori ad intraprendere la costruzione di un suo gruppo. E Davis alla prima occasione dimostrerĂ  il suo fiuto per la genialitĂ  musicale e nello scegliersi i musicisti, formando quello che Ăš uno dei grandi gruppi di sempre, e apice dell'hard bop. Davis sceglie un giovane sassofonista della scuderia Prestige, John Coltrane, che in pochi anni diventerĂ  uno dei giganti della musica del '900 e quella che Ăš la sezione ritmica per eccellenza del genere: Red Garland al pianoforte, Paul Chambers al basso e contrabasso e Philly Joe Jones alla batteria. Siamo nel 1955: come accennato, Weinstock era uno che metteva la praticitĂ  davanti all'estetica, e spinge il quintetto a registrare. I musicisti la prendono come un'occasione per provare come suoneranno il repertorio dal vivo. Davis ha giĂ  registrato con la Prestige il suo primo disco da 12 pollici, The Musings Of Miles, nel 1955 con Oscar Pettiford al basso, e vedendo l'aura del personaggio crescere enormemente come seguito, Weinstock pubblicĂČ in vari Lp tutte le registrazioni su disco da 10 pollici che Davis, con varie formazioni, aveva fatto agli inizi degli anni '50. Ai leggendari studi Van Gelder, Davis e il suo quintetto registrano in due date, passate alla storia del jazz: l'11 maggio e il 16 ottobre del 1956. Sono giĂ  cosĂŹ affiatati e coesi, la magia e la bravura a livelli cosĂŹ alti, che registrano moltissimo materiale, che il buon Weinstock Ăš ben felice di avere, dato che ha notizie sicure che la Columbia vuole mettersi Davis sotto contratto, cosa che avverrĂ  alla fine dello stessio anno, il 1956. Per questo motivo, e per la bellezza della musica, le intere quattro registrazioni vengono pubblicate come 4 dischi: Cookin' With The Miles Davis Quintet nel 1957, Relaxin' nel 1958, Workin' nel 1960 e Steamin' nel 1961. Sebbene Davis sia giĂ  passato ad altre magie stilistiche giĂ  nel 1958, quando pubblica quel capolavoro che Ăš Milestones, i 4 dischi sono considerati insieme non solo uno dei gioielli del catalogo Prestige, ma come lo stato dell'arte del bop nella seconda parte degli anni '50.
Scelgo Relaxin' With The Miles Davis Quintet nella tetralogia perchĂš Ăš unanimemente considerato il lavoro piĂč palpitante e musicalmente ineccepibile, sebbene il repertorio scelto fosse, e da questo il titolo, il lato piĂč intimo e dolce dei brani registrati. In questo disco la tromba di Davis, con i suoi interventi delicati e strutturati sulla ripresa di poche note caratteristiche del brano, diventerĂ  iconica, tanto che chiunque pensi solo di avvicinarsi al suo stile verrĂ  etichettato come "davisiano". Tra l'altro persino nelle versioni rimasterizzate piĂč recenti, quelle del 2005 nientemeno che da Van Gelder in persona, rimangono ancora gli intermezzi di dialoghi all'inizio di ogni brano, dove Davis discute con i musicisti sul da farsi. In scaletta 6 brani, tutti standard, che in questa registrazione troveranno la loro forma definitiva: If I Were A Bell Ăš un brano scritto da Frank Loesser per il famosissimo musical Guys And Dolls (uno dei grandi successi di Broadway, che ispirĂČ il film Bulli E Pupe con Marlon Brando e Jean Simmons), qui Ăš nella sua versione decisiva con gli assoli di Garlad e Coltrane e la tromba di Davis, che qui usa una sordina Harmon che diventerĂ  una sorta di feticcio tra i trombettisti. You're My Everything Ăš una canzone del 1931, altra canzone da un musical epocale Ăš I Could Write A Book di Rodgers e Hart, cantata nella versione originale da Gene Kelly nel musical Pal Joey come It Could Happen To You, tratta dal film della Paramount And The Angels Sing del 1940. Due invece sono i brani scritti da jazzisti: Oleo Ăš un brano di Sonny Rollins, il quale era molto stimato da Davis: i due spesso hanno suonato insieme, ma mai con assiduitĂ , avendo un grande rispetto reciproco. L'altro brano Ăš Woody 'n' You di Dizzy Gillespie, uno dei tre arrangiamenti realizzati da Gillespie per la big band di Woody Herman, anche se all'epoca non venne utilizzato; gli altri due erano Swing Shift e Down Under.
Nasce in questo disco la sintonia musicale quasi sincronica di Davis e Coltrane, che nel 1959 porteranno ai picchi inarrivabili di Kind Of Blue: la sezione ritmica diventerĂ  lo standard, tanto Ăš che Coltrane, che inizierĂ  i suoi lavori solisti proprio con la Prestige, se li porterĂ  appresso.
Il quintetto lavorerĂ  fino al 1960, non senza dissidi e pause, primo fra tutti il fatto che Red Garland porterĂ  Coltrane alla dipendenza dall'eroina, cosa che Davis non gli perdonerĂ  mai (tanto Ăš vero che Garland non suona in Kind Of Blue). Chambers, un genio, anche lui attraverserĂ  una devastante dipendenza dalla droga e addirittura morirĂ  per complicazioni da tubercolosi nel 1963, a 33 anni.
Nel 2006 la Concorde Records, che detiene il catalogo Prestige, pubblicherĂ  in una scintillante confezione box da 4 cd The Legendary Quintet Sessions, che ai 4 capolavori aggiunge 'Round Midnight, presente in Miles Davis And The Modern Jazz Giants e una serie di registrazioni inedite in jazz club e show in televisione. Un tesoro per gli appassionati piĂč accaniti, ma per un approccio genuino e affascinante al jazz basta ascoltare la bellezza del disco di oggi, una delle innumerevoli magie di Miles Davis.
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angelap3 · 4 months ago
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La storia della Musica!!!!
Tre giorni di pace e musica. Tre giorni che hanno fatto la storia. Si celebra oggi il 51esimo anniversario del piĂč grande evento di libertĂ , umanitĂ  e lotta pacifica: il Festival di Woodstock. PiĂč che un concerto un pellegrinaggio, una fiera di arte e musica, una comunitĂ , un modo di vivere che ha cambiato per sempre il concetto di libertĂ . Sul palco, a Bethel (una piccola cittĂ  rurale nello stato di New York) si sono alternati per tre giornate alcuni tra i piĂč grandi musicisti della storia. Musicisti che provenivano da influenze, scuole musicali e storie differenti ma che avevano in comune ciĂČ che piĂč contava in quei favolosi anni ’60: la controcultura.
Si passava dal rock psichedelico di Jimi Hendrix (che, pur di essere l’ultimo a esibirsi, salĂŹ sul palco alle 9 di lunedĂŹ mattina per un concerto di due ore, culminato nella provocatoria versione distorta dell’inno nazionale statunitense) e dei Grateful Dead ai suoni latini dei Santana (che regalarono un memorabile set, impreziosito dallo storico assolo di batteria del piĂč giovane musicista in scena: Michael Shrieve) passando per il rock britannico di Joe Cocker (che regalĂČ in scaletta le splendide cover di Just Like a Woman di Dylan e With a Little Help from my Friends dei Beatles) e degli Who all’apice della loro carriera (celebre l’invasione di palco dell’attivista Habbie Hoffman, durante il loro concerto, quasi quanto il lungo assolo di Pete Townshend durante My Generation, con lancio di chitarra finale).
C’era poi il folk, con una splendida Joan Baez su tutti, che suonĂČ nonostante fosse al sesto mese di gravidanza, genere tipicamente statunitense che si alternava a suoni piĂč esotici e orientali, come il sitar di Ravi Shankar. Impossibile dimenticare infine l’intensa performance della regina del soul Janis Joplin, la doppia esibizione (acustica ed elettrica) di Crosby, Stills, Nash e del “fantasma” di Neil Young, che rifiutĂČ di farsi riprendere dalle telecamere e il divertente show dei Creedence Clearwater Revival.
1969, il ‘Moon day’ in musica..
Concerti che rimarranno nella memoria di chiunque ami la musica come simbolo di cambiamento, pace e libertĂ . D’impatto i presenti come pesanti furono le assenze di John Lennon, che si rifiutĂČ di esibirsi per il mancato invito di Yoko Ono, Bob Dylan, padrone di casa (lui che all’epoca viveva proprio a Woodstock) assente per la malattia del figlio, i Rolling Stones, ancora scossi per la morte di Brian Jones e i Doors, alle prese con una serie infinita di problemi legali.
Il vero protagonista dell’evento fu perĂČ il pubblico, la “vera star” secondo l’organizzatore Michael Lang, eterogeneo quasi quanto i generi musicali. Da tutta America arrivarono studenti liceali e universitari, hippie, veterani del Vietnam, filosofi, operai e impiegati. Nessuna differenziazione di razza, etnia o colore della pelle: tutti uniti dalla voglia di stare insieme in libertĂ  con il fango a livellare ogni diversitĂ  e i capelli lunghi come simbolo di ribellione. Un sogno che oggi sembra lontano anni luce, nelle ideologie come nell'organizzazione.
Da quel 1969 si Ăš provato a piĂč riprese a riproporre Woodstock, con scarsi risultati culminati nell'annullamento del concerto in programma per questo cinquantesimo anniversario, organizzato proprio da Lang e non andato in porto tra una defezione e l’altra, forse perchĂ© indigesto ai grandi organizzatori di eventi musicali mondiali. Forse, a conti fatti, meglio cosĂŹ: quell'atmosfera irripetibile era frutto di una spontaneitĂ  organizzativa di altri tempi, una magia fuori da ogni schema il cui risultato sensazionale, iconico e significativo fu chiaro solo anni dopo anche agli stessi partecipanti.
Vanni Paleari
PhWoodstock, 1969
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falcemartello · 9 months ago
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Quarant'anni anni fa l'opinione pubblica era formata esclusivamente dai Media ufficiali.
La grande finanza massonica che li controllava poteva far credere alla gente qualsiasi cosa. La proprietĂ  di TV e grandi quotidiani era essenziale per fare politica.
In Italia si diceva che "chi si avvicina al Corriere della sera muore". E in effetti coloro che tentarono di prenderne il controllo finirono in galera o in rovina, e qualcuno al cimitero.
Oggi non lo legge piĂč nessuno.
In America il podcast indipendente di Joe Rogan ha milioni di ascoltatori. Ha potuto permettersi di criticare i vaccini e perfino Israele, accusandolo di genocidio, e guadagna lo stesso.
Tucker Carlson Ăš stato silurato da Fox News per le sue idee di libertĂ  e democrazia, ma ora qui su X intervista Putin e ha dieci volte piĂč spettatori di prima.
L'astro nascente della destra repubblicana Candace Owens @RealCandaceO (quella che sostiene che George Floyd Ú morto di overdose e non soffocato da un poliziotto, e che Brigitte Macron Ú un uomo) Ú stata licenziata dalla famosa agenzia Daily Wire perché accusata di antisemitismo da un potente rabbino.
In realtĂ  ha soltanto criticato Israele per i crimini contro i Palestinesi, e si Ăš vantata di essere nera e cristiana.
Ora, perĂČ, Ăš molto piĂč seguita di prima, sia nel suo programma TV, sia qui su X. Perfino Elliot Resnick, ex capo redattore di Jewish Press, ha scritto su Israel National News che non si puĂČ accusare chiunque non la pensi come il governo di Israele di essere "antisemita" per metterlo a tacere. Non Ăš giusto e, soprattutto, non funziona piĂč!
israelnationalnews.com/news/387587
Pian piano questo nuovo modo di fare politica sta arrivando anche da noi. Ed un'ottima cosa, che dĂ  speranza.
Spesso mi chiedo se ha piĂč potere (e responsabilitĂ ) un senatore, che deve seguire decisioni giĂ  prese altrove per non farsi espellere dal partito, o un influencer serio, che ospita opinioni diverse e non fa tifoseria, dice chiaramente quello che pensa e dialoga onestamente con tutti, come la Owens.
Alla fine la differenza Ăš soltanto che il senatore ha l'immunitĂ  parlamentare.
Il mondo cambia, fin troppo rapidamente, nel male ma, per fortuna, anche nel bene, solo che non ce ne accorgiamo. PiĂč i Media tradizionali perdono fiducia e lettori, e piĂč voci si potranno esprimere liberamente qui su X, piĂč la civiltĂ  avrĂ  speranza di progredire.
Quindi scriviamo, leggiamo e discutiamo, senza paura❗
Massimo Montanari
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Suggerisco inoltre questa lettera:
https://www.frasicelebri.it/frase/noam-chomsky-le-dieci-regole-della-manipolazione-m/
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transparentgentlemenmarker · 6 months ago
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Kamala Harris se rend à Wilmington, dans le Delaware, pour s'entretenir avec l'équipe de Joe Biden. Nous pourrions assister à un transfert de pouvoir plus tÎt que prévu.
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On a toujours pas vu Joe Biden vivant et il peut ĂȘtre soit trĂšs malade, soit tout simplement mort. La tentative d’assassinat ratĂ©e sur Trump semble avoir accĂ©lĂ©rĂ© les choses. Rdv du 19 au 21 aoĂ»t 2024 pour la convention des dĂ©mocrates Ă  Chicago
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Fille d'un pĂšre jamaĂŻcain-amĂ©ricain et d'une mĂšre indienne tamoule, Kamala Harris, 59 ans, a grandi Ă  Oakland, en Californie. DiplĂŽmĂ©e de l'universitĂ© de droit, elle est devenue procureur de district et a gravi les Ă©chelons du systĂšme judiciaire californien avant d'ĂȘtre Ă©lue procureur gĂ©nĂ©ral de l'État en 2010. RĂ©Ă©lue en 2014, elle est ensuite Ă©lue au SĂ©nat amĂ©ricain en 2016, en remplacement de la sĂ©natrice dĂ©mocrate sortante Barbara Boxer. Elle s'y est rapidement faite connaĂźtre au niveau national pour ses compĂ©tences en matiĂšre de poursuites judiciaires lors des auditions en commission, soumettant des tĂ©moins expĂ©rimentĂ©s et bien informĂ©s Ă  des interrogatoires judiciaires qui ont plusieurs fois fait la une des journaux.
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Je suis africaine
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jpbjazz · 3 months ago
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LÉGENDES DU JAZZ
JOE ZAWINUL, DE WEATHER REPORT AUX MUSIQUES DU MONDE
“My dad raised the bar in the music world as a true artist to his profession. As a bandleader, he was able to pull out performances from his bandmates and take them to heights they never knew existed. He never compromised his art. You either liked it or you didn’t. One thing is for sure, though, you always knew it was Joe Zawinul.”
- Anthony Zawinul
NĂ© le 7 juillet 1932 Ă  Vienne, en Autriche, Josef Erich Zawinul était d’origine gitane (par sa grand-mĂšre d’origine hongroise) et avait grandi dans une famille musicale. Son pĂšre, qui travaillait comme commis pour une compagnie de gas, jouait de l’harmonica pendant ses temps libres. Sa mĂšre Ă©tait chanteuse. Zawinul avait un frĂšre jumeau, Erich, qui Ă©tait mort de pneumonie Ă  l’ñge de quatre ans.
Zawinul avait d’abord appris Ă  jouer de l’accordĂ©on Ă  l’ñge de six ans, un instrument qu’il avait continuĂ© d’apprĂ©cier durant toute sa vie. La famille Zawinul Ă©tant trop pauvre pour avoir son propre piano, les talents de Josef Ă©taient si remarquables que ses parents lui avaient payĂ© des leçons de piano classique. Le Conservatoire de Vienne (Konservatorium Wien) avait Ă©tĂ© tellement impressionnĂ© par les talents de Zawinul qu’il avait acceptĂ© de lui donner des cours gratuits de piano, de clarinette, de violon et de composition. Parmi les camarades de classe de Zawinul, on remarquait le pianiste classique Friedrich Gilda. Zawinul avait Ă©galement formĂ© un duo avec le futur prĂ©sident autrichien Thomas Lentil.
 Une des grandes dĂ©couvertes de Zawinul durant sa jeunesse Ă©tait  le jazz amĂ©ricain, qui avait Ă©tĂ© interdit par les Nazis durant la Seconde Guerre mondiale. À la fin de la guerre, Vienne ayant Ă©tĂ© victime de nombreux bombardement alliĂ©s, Zawinul et ses vingt-huit camarades de classe avaient Ă©tĂ© Ă©vacuĂ©s en TchĂ©coslovaquie, oĂč ils avaient poursuivi leurs Ă©tudes musicales tout en Ă©tant soumis Ă  un entraĂźnement militaire plutĂŽt strict sous la direction d’officiers SS blessĂ©s. C’est Ă  cette Ă©poque que Zawinul avait entendu du jazz pour la premiĂšre fois lorsqu’un de ses camarades de classe avait interprĂ©tĂ© une version improvisĂ©e du standard “Honeysuckle Rose” au piano. Parmi les premiĂšres influences de Zawinul, on remarquait les pianistes Erroll Garner et George Shearing.
AprĂšs la guerre, Zawinul Ă©tait retournĂ© Ă  Vienne oĂč il avait poursuivi ses Ă©tudes de piano classique tout en gagnant un peu d’argent en jouant de l’accordĂ©on avec de petits groupes de danse. AprĂšs la fin des hostilitĂ©s, lors de l’occupation de Vienne par les AlliĂ©s, Zawinul avait commencĂ© Ă  jouer sur des bases militaires amĂ©ricaines, ce qui lui avait permis d’avoir accĂšs Ă  un orgue Hammond, un instrument qui l’avait toujours fascinĂ©.
DÉBUTS DE CARRIÈRE
Il n’avait pas fallu longtemps Ă  Zawinul pour lancer sa carriĂšre musicale. Il expliquait: “I saw what I wanted to do with my life, and that was to play with black musicians.” AprĂšs avoir travaillĂ© comme pianiste de studio pour les disques Polydor, Zawinul avait accompagnĂ© en 1952 le saxophoniste autrichien Hans Keller. Il avait aussi jouĂ© avec les Austrian All Stars, le pianiste classique Friedrich Gulda (avec qui il avait fait ses dĂ©buts sur disque en 1953), Karl Drewo et Fatty George. Il avait Ă©galement fait une tournĂ©e en Allemagne et en France avec son propre trio. Convaincu que sa carriĂšre ne pourrait se dĂ©velopper davantage en Autriche, Zawinul Ă©tait tellement obsĂ©dĂ© par l’idĂ©e d’aller jouer aux États-Unis que certains de ses amis musiciens avaient arrangĂ© un faux appel tĂ©lĂ©phonique l’invitant Ă  se joindre au groupe d’Ella Fitzgerald en tournĂ©e ! AprĂšs avoir dĂ©couvert la vĂ©ritĂ©, Zawinul avait par la suite ratĂ© une occasion en or en ignorant un autre appel (mai bien rĂ©el celui-lĂ ) du trompettiste Clark Terry.
Zawinul avait finalement obtenu sa chance aprĂšs avoir vu une publicitĂ© de la Berklee School of Music dans un des rares exemplaires du magazine Down Beat Ă  avoir rĂ©ussi Ă  se rendre jusqu’à Vienne. AprĂšs avoir remportĂ© une bourse pour aller Ă©tudier durant un semestre Ă  Berklee, Zawinul s’était embarquĂ© sur un navire le 2 janvier 1959 et avait entrepris la traversĂ©e de cinq jours jusqu’aux États-Unis. Avec seulement 800$ en poche, Zawinul savait que sa tĂąche ne serait pas facile. Comme il l’avait prĂ©cisĂ© plus tard, “I knew that it wouldn’t be easy, because I had no relatives, didn’t know a single person in America. But when I came over on the boat, I did it with the purpose to kick asses.”
À son arrivĂ©e Ă  New York, Zawinul avait fait un de ses premiers arrĂȘts au cĂ©lĂšbre club Birdland, oĂč il Ă©tait entrĂ© en contact avec la scĂšne du jazz pour la premiĂšre fois. C’est d’ailleurs au Birdland que Zawinul avait rencontrĂ© sa future Ă©pouse Maxine.
Mais les Ă©vĂ©nements n’avaient pas tardĂ© Ă  se bousculer. Quelques semaines aprĂšs avoir commencĂ© Ă  Ă©tudier Ă  Berklee, un des professeurs de Zawinul lui avait proposĂ© d’agir de remplacer un pianiste dans le cadre d’une performance avec le bassiste Gene Cherico et le batteur Jake Hanna. ImpressionnĂ© par le talent de Zawinul, Hanna l’avait recommandĂ© au trompettiste canadien Maynard Ferguson qui l’avait embauchĂ© peu aprĂšs lui avoir fait passer une brĂšve audition. Ferguson avait aussi auditionnĂ© quelques saxophonistes, car son saxophoniste rĂ©gulier venait de quitter le groupe. Parmi les candidats, on remarquait un jeune saxophoniste appelĂ© Wayne Shorter. C’est ainsi que la longue et fructueuse collaboration de Zawinul et Shorter avait dĂ©butĂ©.
Ne pouvant laisser passer cette occasion en or, Zawinul avait fait ses adieux Ă  Berkley et avait jouĂ© en tournĂ©e durant huit mois avec Ferguson, participant notamment Ă  l’enregistrement de l’album live A Night at Birdland. AprĂšs avoir jouĂ© briĂšvement avec le tromboniste Slide Hampton, Zawinul avait accompagnĂ© la chanteuse Dinah Washington durant trois ans (1959 Ă  1961), ce qui lui avait permis de se familiariser avec le blues et de collaborer Ă  l’enregistrement de l’album Ă  succĂšs “What A Diff’rence a Day Makes!” Washington voyageant souvent en tournĂ©e avec Ray Charles, Zawinul utilisait souvent le piano Ă©lectrique Wurlitzer de ce dernier lorsque le piano acoustique des salles dans lesquels il Ă©tait appelĂ© Ă  jouer n’était pas en parfait Ă©tat. C’était la premiĂšre fois de sa carriĂšre que Zawinul se servait d’un piano Ă©lectrique, mais ce ne serait sĂ»rement pas la derniĂšre. Mais mĂȘme s’il avait apprĂ©ciĂ© de jouer avec Washington, accompagner une chanteuse n’était pas vraiment l’objectif de Zawinul dans la vie. Le rĂȘve de Zawinul Ă©tait de devenir un musicien de jazz Ă  part entiĂšre, et il savait que pour rĂ©aliser son ambition, il devait passer Ă  autre chose. AprĂšs avoir quittĂ© Washington, Zawinul Ă©tait parti briĂšvement en tournĂ©e avec Harry ‘’Sweets’’ Edison et Joe Williams.
À l’automne 1961, Zawinul avait finalement Ă©tĂ© invitĂ© Ă  se joindre au quintet de Cannonball Adderley, qui Ă©tait alors un des groupes les plus renommĂ©s du jazz. En 1961, Zawinul avait inaugurĂ© une collaboration de neuf ans avec Adderley, dont le style de jeu Ă©tait trĂšs influencĂ© par le soul et d’autres formes de musique afro-amĂ©ricaine. Adderley, aprĂšs avoir remarquĂ© la facilitĂ© avec laquelle Zawinul Ă©tait capable d’absorber ces styles de musique, l’avait encouragĂ© Ă  composer. Devenu progressivement le principal compositeur du groupe, Zawinul, qui avait Ă©crit le grand succĂšs de 1966 “Mercy, Mercy, Mercy” ainsi que d’autres piĂšces Ă  succĂšs du saxophoniste comme ‘’Walk Tall" et "Country Preacher". C’est Ă  la mĂȘme Ă©poque que Zawinul s’était liĂ© d’amitiĂ© avec le pianiste Herbie Hancock. Saluant la remarquable habiletĂ© de Zawinul Ă  saisir l’esprit du peuple afro-amĂ©ricain, Hancock avait dĂ©clarĂ© plus tard au sujet de Zawinul: "For a white Viennese boy to write a tune that's that black is pretty remarkable. He just captured the essence of the African-American heritage, just the statement of melody and feeling of that song. Clearly, in some past life, Joe must've been black."
Zawinul avait Ă©galement composĂ© pour Adderley des piĂšces plutĂŽt innovatrices comme “74 Miles Away” et “Rumpelstiltskin”. En tout et pour tout tout, Adderley avait enregistrĂ© une cinquantaine de compositions de Zawinul.
Durant cette pĂ©riode, Zawinul avait Ă©galement trouvĂ© le temps d’enregistrer deux albums comme leader, Money In the Pocket (1966) et The Rise and Fall Of The Third Stream (1967).
Le solo de Zawinul sur “Mercy, Mercy, Mercy” reprĂ©sentait une des premiĂšres utilisations du piano Ă©lectrique dans un enregistrement de jazz. Zawinul avait Ă©crit la piĂšce lors de sa collaboration avec la chanteuse de gospel Esther Marrow. Peu avant la session d’enregistrement, Zawinul avait repĂ©rĂ© un piano Ă©lectrique Wurlitzer dans le studio et avait demandĂ© Ă  Adderley s’il pourrait l’utiliser de prĂ©fĂ©rence Ă  un piano acoustique, car il Ă©tait convaincu que ce changement permettrait de connaĂźtre un grand succĂšs. Le flair de Zawinul avait portĂ© fruit, et la piĂšce s’était hissĂ©e Ă  la onziĂšme position du palmarĂšs Billboard. ParallĂšlement Ă  son sĂ©jour avec le groupe d’Adderley, Zawinul avait Ă©galement accompagnĂ© d’autres grands noms du jazz comme le saxophoniste Ben Webster.
Les groupes multi-raciaux n’étant pas encore trĂšs nombreux dans le jazz Ă  l’époque, Zawinul devait souvent s’allonger sur le plancher de l’autobus lorsqu’il voyageait en tournĂ©e avec le groupe d’Adderley dans les États du Sud. Comme Zawinul l’avait expliquĂ© au cours d’une entrevue qu’il avait accordĂ©e en 1997, ‘'I often had to sit in the bottom of the car when we drove through certain parts of the South.’’ Mais, malgrĂ© tous ces obtacles, Zawinul avait refusĂ© de se laisser intimider et n’avait jamais abandonnĂ© son rĂȘve de devenir un musicien de jazz respectĂ©. Il avait ajoutĂ©: ‘’Those kinds of things never fazed me; I wanted to play music with the best, and I could play on that level with the best.''
La collaboration de Zawinul avec Adderley avait Ă©tĂ© significative tant sur le plan musical que personnel. Les membres du groupe d’Adderley passaient Ă©normĂ©ment de temps ensemble lors des tournĂ©es, ce qui leur avait permis de dĂ©velopper de solides amitiĂ©s. Comme Zawinul l’avait racontĂ© plus tard, “He was family. He was my best man, my witness, when I got married. He bought bicycles for my kids. He was a great friend. He was like a brother to me.” Des annĂ©es aprĂšs la mort d’Adderley en 1975, il Ă©tait toujours trĂšs prĂ©sent dans la vie de Zaminul. Comme Zawinul l’avait prĂ©cisĂ© en 2004: “I miss him every day. My wife and I, we talk about him somehow every day.”
MĂȘme s’il avait remportĂ© Ă©normĂ©ment de succĂšs comme musicien, Zawinul craignait d’ĂȘtre considĂ©rĂ© comme un simple imitateur du style des autres plutĂŽt qu’un vĂ©ritable crĂ©ateur. Les choses avaient atteint un point de rupture lorsque le pianiste Barry Harris lui avait fait remarquer que le son style de jeu ressemblait Ă  s’y mĂ©prendre au sien. FlattĂ© au dĂ©but, Zawinul avait finalement dĂ©cidĂ© de ranger sa collection de disques de jazz dans une boĂźte afin de pouvoir prendre une nouvelle direction. En 1966, Zawinul avait pris de nouveaux cours de piano classique avec Raymond Leventhal. AprĂšs sept mois de cours, Leventhal avait dĂ©clarĂ© qu’il n’avait plus rien Ă  apprendre Ă  Zawinul et lui avait offert un clavier de pratique en cadeau.
À la fin des annĂ©es 1960, aprĂšs s’ĂȘtre mariĂ© Ă  Maxine, le premier mannequin afro-amĂ©ricain de l’histoire du magazine Playboy, avec qui il avait eu trois enfants, Zawinul avait reçu une offre tentante du producteur Norman Granz, qui lui aurait permis de rĂ©aliser son vieux rĂȘve de jouer avec Ella Fitzgerald. Granz avait proposĂ© Ă  Zawinul un salaire de 1400$ par semaine, ce qui reprĂ©sentait une augmentation de 300$ comparativement Ă  ce qu’il gagnait avec Adderley. Mais Ă  l’époque, Zawinul avait dĂ©jĂ  commencĂ© Ă  suivre les traces de Miles Davis et tentait de rĂ©aliser une sorte de fusion du rock et du jazz, ce qui lui avait enfin permis de trouver son propre son. AprĂšs avoir demandĂ© cinq minutes Ă  Granz pour rĂ©flĂ©chir, Zawinul Ă©tait allĂ© consulter son Ă©pouse Maxine qui avait rĂ©pondu: “No. You do what you have to do. I can make do with $300 and I have time to wait until you have your thing.” Zawinul, qui adorait sa femme, lui avait un jour fait le plus beau compliment qu’un homme pouvait faire Ă  son Ă©pouse en dĂ©clarant : "I have a great wife. And I believe it takes a great wife to become a great man."
Zawinul avait donc dĂ©clinĂ© l’offre de Granz et avait commencĂ© Ă  travailler sur une nouvelle sĂ©rie de compositions qui tĂ©moignaient de son intĂ©rĂȘt pour le jazz-fusion. Quant Ă  Davis, il avait Ă©tĂ© tellement impressionnĂ© par le solo de Zawinul sur la piĂšce  “Mercy, Mercy, Mercy” qu’il allait souvent le voir jouer avec le groupe d’Adderley. Il lui avait mĂȘme proposĂ© de se joindre Ă  son propre groupe. Lorsque Zawinul avait refusĂ©, Davis avait demandĂ© Ă  son pianiste Herbie Hancock de laisser tomber le piano acoustique en faveur du piano Ă©lectrique. FascinĂ© par les compositions de Zawinul, Davis avait Ă©galement invitĂ© ce dernier Ă  participer aux sessions qui allaient donner naissance Ă  l’album In A Silent Way (1960), d’aprĂšs le titre de la composition du mĂȘme nom de Zawinul. Au cours de l’annĂ©e suivante, Zawinul avait continuĂ© d’enregistrer avec Davis Ă  de nombreuses reprises. D’autres compositions de Zawinul, dont ‘’Pharaoh's Dance” et “Double Image”, avaient aussi Ă©tĂ© incluses sur des albums de Davis comme Bitches Brew (1970), LiveïżœïżœEvil (1971) et Big Fun (1974).
Zawinul avait d’ailleurs lui-mĂȘme fait des apparitions sur ces trois albums mĂȘme s’il ne s’était jamais joint officiellement au groupe de Davis. Lorsque Zawinul avait publiĂ© son premier album solo simplement intitulĂ© ‘’Zawinul’’ en 1970, il avait dĂ©clinĂ© la proposition de Davis de participer Ă  l’enregistrement sous prĂ©texte que la prĂ©sence du trompettiste ne pouvait que lui faire de l’ombre. Zawinul avait rĂ©pondu Ă  Davis: "If you're on the record, your presence will be so powerful I cannot find out what I am worth."
Finalement, Davis avait rĂ©digĂ© les notes de pochette de l’album qui avait Ă©tĂ© dĂ©crit par un critique du magazine Down Beat comme ‘’the work of a complete musician who has transcended categories and is certain to have a profound influence on the direction music will take in the ‘70s.” Zawinul avait jouĂ© en public avec Davis seulement une fois, peu avant la mort du trompettiste. Le concert avait eu lieu Ă  Paris le 10 juillet 1991. Wayne Shorter participait Ă©galement au concert.
WEATHER REPORT
À l’époque de sa collaboration avec Miles Davis, le principal saxophoniste du groupe Ă©tait Wayne Shorter, que Zawinul connaissait depuis sa collaboration avec le trompettiste Maynard Ferguson en 1959. C’est Ă  cette Ă©poque que Zawinul et Shorter avaient commencĂ© Ă  parler de la fondation d’un Ă©ventuel groupe. Le contrebassiste d’origine tchĂšque Miroslav Vitous était Ă©galement impliquĂ© dans le projet. Zawinul avait expliquĂ© plus tard qu’il envisageait de former un groupe aver Shorter depuis qu’il l’avait entendu jouer sur l’album Nefertiti de Miles Davis en 1968.
Connu sous le nom de Weather Report, le groupe avait Ă©tĂ© officiellement fondĂ© en dĂ©cembre 1970 et avait enregistrĂ© son premier album Ă©ponyme l’annĂ©e suivante. TrĂšs influencĂ©e par l’Afrique, l’AmĂ©rique latine et le Moyen-Orient, la musique du groupe avait Ă©tĂ© dĂ©crite par Jonathan Herrera du magazine Bass Player comme "a free jazz experiment, a world music pioneer, a jazz-pop blockbuster, and a seriously grooving funk band." Sous contrat avec les disques Columbia, le groupe avait remportĂ© un grand succĂšs dĂšs le dĂ©part tant auprĂšs des amateurs de jazz que de la critique, mĂȘme si l’importance accordĂ©e aux instruments Ă©lectroniques avait irritĂ© certain puristes. DĂ©crivant le premier album du groupe, le critique Dan Morgenstern écrivait dans le magazine Down Beat: ‘’The music of Weather Report is beyond category
 music unlike any other I’ve heard, music that is very contemporary but also very warm, very human, and very beautiful
 The forecast, if there is justice, must be clear skies and sunny days for these four creative men and their associates.” Rapidement devenu le plus populaire groupe de jazz de son Ă©poque, Weather Report avait remportĂ© tous les sondages des lecteurs du magazine Down Beat comme meilleur groupe de jazz durant chacune de ses annĂ©es d’existence (1970 Ă  1985).
Il faut dire que le groupe Ă©tait arrivĂ© au bon moment. À l’époque, les progrĂšs technologiques de l’époque avaient grandement favorisĂ© le dĂ©veloppement du groupe, notamment en rĂ©duisant la taille de synthĂ©tiseurs qui Ă©taient devenus plus faciles Ă  transporter, ce qui les avaient rendus accessibles au plus grand nombre, permettant ainsi de les utiliser dans les sessions d’enregistrement et les performances sur scĂšne.
Zawinul avait acquis son premier synthĂ©tiseur en 1971, un Arp 2600 qui lui avait Ă©tĂ© offert par le fabricant de synthĂ©tiseurs Arp afin d’augmenter la crĂ©dibilitĂ© de la compagnie  face Ă  la compĂ©tition de son puissant compĂ©titeur Moog Music. Zawinul avait utilisĂ© le Arp 2600 pour la premiĂšre fois sur le second album du groupe intitulĂ© I Sing the Body Electric, un enregistrement d’un concert au Japon en 1972. Une des piĂšces de l’album Ă©tait une composition ambitieuse de Zawinul appelĂ©e “Unknown Soldier’’, qui relatait sa jeunesse en Autriche durant la Seconde Guerre mondiale. À l’époque, le rĂŽle du synthĂ©tiseur Arp Ă©tait encore trĂšs rĂ©duit , et se limitait Ă  produire certains effets sonores. FascinĂ© par la nouvelle technologie, Zawinul avait commencĂ© Ă  enregistrer ses improvisations sur cassette (et plus tard sur MIDI dans son propre studio maison que son Ă©pouse avait surnommĂ© “the Music Room”), qu’il utilisait par la suite comme base de ses compositions (comme sur les piĂšces “Nubian Sundance” et “Jungle Book” tirĂ©es de l’album Mysterious Traveler) ou transcrivait note par note afin que le groupe puisse les exĂ©cuter de la façon dont il les avait Ă©crites Ă  l’origine. Zawinul avait utilisĂ© cette mĂ©thode tout au long de sa carriĂšre. DĂ©crivant son style de composition, Zawinul avait expliquĂ©: “It is all improvisation. All my tunes are improvisations. I’m a formal improviser. Even my symphony I improvised.”
Au cours de ses deux premiĂšres annĂ©es d’existence, le groupe s’était surtout fait connaĂźtre par la qualitĂ© de ses improvisations. MĂȘme si au dĂ©but le groupe jouait une musique trĂšs apparentĂ©e Ă  celle de Miles Davis (mais avec  une sonoritĂ© un peu plus rock), il avait rapidement commencĂ© Ă  bĂątir son propre son.
À partir de la publication de l’album Sweetnighter en 1973, le rĂŽle de Zawinul avec le groupe Ă©tait devenu de plus en plus important. AprĂšs ĂȘtre passĂ© progressivement du piano Ă©lectrique au synthĂ©tiseur, Zawinul avait commencĂ© Ă  exploiter pleinement le potentiel d’un instrument qui avait Ă©tĂ© jusque-lĂ  la chasse-gardĂ©e de la musique pop. Il avait aussi ajoutĂ© des Ă©lĂ©ments funk en ajoutant des instruments comme la basse Ă©lectrique et la pĂ©dale wah-wah, ce qui avait permis d’introduire de nouvelles couleurs dans le son du groupe. L’ajout d’un bassiste et d’un batteur spĂ©cialisĂ©s dans le funk avaient Ă©galement contribuĂ© Ă  atteindre cet objectif.
À la suite de la parution du quatriĂšme album du groupe, Mysterious Traveller, en 1974, le virage du groupe vers une sonoritĂ© plus funk s’était encore accentuĂ©. L’ajout d’élĂ©ments inspirĂ©s par la musique classique avait Ă©galement ajoutĂ© de nouvelles couleurs sonores. L’addition du bassiste Alphonso Johnson avait aussi favorisĂ© la transition du groupe vers un son qui intĂ©grait des Ă©lĂ©ments de jazz et de rock de façon trĂšs originale. La combinaison des harmonies du jazz et des Ă©lĂ©ments funk des annĂ©es 1970 avait Ă©galement aidĂ© le groupe Ă  connaĂźtre sa pĂ©riode la plus lucrative sur le plan commercial. Pour l’album Black Market en 1976, Zawinul avait recrutĂ© le phĂ©nomĂšne de la basse Ă©lectrique Jaco Pastorius. TrĂšs sĂ»r de ses moyens, Pastorius s’était prĂ©sentĂ© lui-mĂȘme Ă  Zawinul comme “the world’s greatest bass player.” MĂȘme s’il est toujours considĂ©rĂ© de nos jour comme le plus grand innovateur de l’histoire de la basse Ă©lectrique, Pastorius avait de nombreux problĂšmes personnels qui l’avaient Ă©ventuellement conduit Ă  sa perte.
Avec Pastorius dans l’alignement, Weather Report avait connu le plus grand succĂšs de sa carriĂšre avec l’album Heavy Weather (1977), qui comprenait la plus cĂ©lĂšbre composition de Zawinul, ‘’Birdland’’, Ă©crite en hommage au club du mĂȘme nom sur la 52e rue de New York. La piĂšce avait remportĂ© un si grand succĂšs qu’elle s’était hissĂ©e jusqu’à la 30e position du palmarĂšs Billboard. Le groupe vocal Manhattan Transfer avait par la suite ajoutĂ© des paroles sur la piĂšce, ce qui avait encore accru sa popularitĂ©. Zawinul a d’ailleurs ouvert son propre club Birdland dans sa ville natale de Vienne en Autriche en 2004.
Devenue une des compositions de jazz les plus connues des annĂ©es 1970, la piĂšce avait permis Ă  Zawinul de remporter trois prix Grammy et avait Ă©tĂ© reprise par la suite par de nombreux artistes dont Quincy Jones, Maynard Ferguson, le big band de Buddy Rich et mĂȘme le groupe rock Jefferson Starship. DĂ©crivant l’album Heavy Weather en 2001 dans le cadre de sa rĂ©trospective de l’histoire du groupe, le critique Jossef Woodard Ă©crivait dans le magazine Down Beat: “In 2000, Heavy Weather still sounds like a milestone in the cultural unconscious of jazz history. By some accounts, the album is the crowning achievement of the band’s recorded output, and therefore, by extension, a towering landmark of fusion.”
L’alignement du groupe ayant souvent fluctuĂ© avec les annĂ©es, Zawinul et Shorter Ă©taient progressivement devenus les deux principaux piliers de la formation. ConsidĂ©rĂ©s comme de vĂ©ritables happenings, les concerts du groupe, tels qu’on peut le constater sur l’album live 8:30 (1979), Ă©taient souvent imprĂ©visibles. Les albums I Sing the Body Electric (1971), Mysterious Traveller (1974) et Night Passage (1980) avaient aussi Ă©tĂ© trĂšs populaires sur la radio FM et auprĂšs des amateurs de jazz, de rhythm & blues et de musique pop.
DERNIÈRES ANNÉES
MĂȘme si Weather Report avait continuĂ© de publier rĂ©guliĂšrement des albums au milieu des annĂ©es 1980, Zawinul et Shorter avaient commencĂ© Ă  s’orienter vers de nouvelles directions musicales aprĂšs la publication de l’album Sportin' Life en 1984. Zawinul et Shorter se prĂ©paraient Ă  mettre fin aux activitĂ©s du groupe lorsqu’ils s’étaient aperçus qu’il leur restait encore un album Ă  livrer sur leur contrat avec CBS. Le groupe avait finalement Ă©tĂ© dĂ©mantelĂ© en 1985 aprĂšs la publication de l’album This Is This! Le groupe avait publiĂ© quinze albums au cours de son histoire, dont le double album live 8:30 qui avait remportĂ© un prix Grammy en 1979.
AprĂšs la dissolution du groupe, Zawinul, qui avait commencĂ© Ă  s’intĂ©resser de plus en plus aux musiques du monde, s’était consacrĂ© Ă  certains projets personnels qu’il avait longtemps dĂ» remettre Ă  plus tard en raison de son emploi du temps plutĂŽt chargĂ© avec Weather Report. En 1986, Zawinul avait publiĂ© son premier album comme leader en quinze ans, Dialects, qu’il avait enregistrĂ© pratiquement seul dans son studio-maison de Pasadena, en Californie. Le chanteur virtuose Bobby McFerrin avait Ă©galement participĂ© Ă  l’album. Dans le cadre de ses albums solo, Zawinul avait continuĂ© d’explorer les Ă©normes possibilitĂ©s des synthĂ©tiseurs. Zawinul avait Ă©galement fait Ă©quipe avec son vieil ami, le grand pianiste classisque Friedrich Gulda dans le cadre d’une sĂ©rie de performances en duo. Il avait aussi fait une tournĂ©e avec le percussionniste indien Trilok Gurtu.
En 1988, Zawinul avait fondĂ© un nouveau groupe, le Zawinul Syndicate, une formation qui Ă©tait trĂšs influencĂ©e par les musiques du monde, et plus particuliĂšrement par la musique autochtone, africaine, asiatique et latino-amĂ©ricaine. Le groupe avait Ă©galement fait de nombreuses tournĂ©es. C’était une pĂ©riode difficile pour le jazz, qui Ă©tait en train de se redĂ©finir. Comme l’écrivait le critique John L. Walters, "jazz was about to enter an acoustic neo-classical phase that has dominated the genre for nearly two decades {
} a whole turbulent era seemed to be shutting down."
Un peu comme avec Weather Group, l’alignement du nouveau groupe de Zawinul avait connu de nombreux changements de personnel.  Zawinul avait expliquĂ© plus tard qu’il avait appelĂ© le groupe ‘’syndicate’’ parce qu’il ressemblait davantage Ă  une vĂ©ritable famille qu’à un simple groupe. Zawinul avait dĂ©clarĂ©: “When you are in the Syndicate, you are not just in a band, you are in a family.” La premiĂšre Ă©dition du groupe, qui comprenait Gerald Veasley à la basse et Scott Henderson Ă  la guitare, avait enregistrĂ© trois albums: The Immigrants (1988), Black Water (1989) et Lost Tribes (1992).
Les membres du groupe provenaient souvent de pays non occidentaux, ce qui rĂ©flĂ©tait l’intĂ©rĂȘt croissant de Zawinul pour la musique d’autres continents. L’influence s’était d’ailleurs faite dans les deux sens. Un jour, Zawinul avait dĂ©couvert que le piĂšce “Black Market” de Weather Report avait Ă©tĂ© utilisĂ©e comme musique-thĂšme par Radio Dakar au SĂ©nĂ©gal durant vingt ans. Il expliquait: “‘Black Market’ was for 20 years the theme song of the Radio Dakaur jazz hour. They grew up with ‘Black Market,’ ‘Nubian Sundance’ from Mysterious Traveller, all the Weather Report songs.”
Les Ă©vĂ©nements n’avaient pas tardĂ© Ă  se prĂ©cipiter. En 1991, Zawinul avait produit l’album Amen du cĂ©lĂšbre chanteur malien Salif Keita, connu sous le nom de ‘’the Golden Voice of Africa.’’ Wayne Shorter et Carlos Santana participaient Ă©galement Ă  l’enregistrement. L’album, qui Ă©tait devenu l’album de world music le plus vendu en 1991, avait Ă©ventuellement obtenu une nomination au gala des prix Grammy. Excellent rĂ©sumĂ© de la carriĂšre de Zawinul, l’album avait Ă©tĂ© dĂ©crit ainsi par le principal intĂ©ressĂ©: “I improvised the arrangements from the lead tracks that Salif sent, and then I went to Paris to rehearse it with the band. They loved the music immediately. We had so much fun. That was, for me, the most personal and nicest experience of all the records I’ve made. They were the kindest, the most open people. And I was struck by how well they played the rhythms, because I put my own things in there.’’ Keita avait Ă©ventuellement retournĂ© la politesse Ă  Zawinul en participant en 1996 Ă  l’enregistrement de l’album My People, qui comprenait comme musiciens invitĂ©s le percusionniste armĂ©nien Arto Tuncboyaciyan, le Turc Burhan Ocal, le Camerounais Richard Bona et des choristes originaires du PĂ©rou, de la GuinĂ©e et de la CĂŽte d’Ivoire.
Par la suite, Zawinul avait recrutĂ© des musiciens aux origines aussi diversifiĂ©es que les percussionnistes Manolo Badrena et Bobby Thomas Jr., les guitaristes Amit Chatterjee,  Gary Poulson et Scott Henderson, les bassistes Linley Marthe, Victor Bailey et Richard Bona, les batteurs Paco Sery et Nathaniel Townsley, et les vocalistes Thania Sanchez et Sabine Kabongo. L’univers de la World Music, qui mettait en vedette diffĂ©rents styles de musique ethnique combinĂ©s avec des textures Ă©lectroniques plutĂŽt complexes, en Ă©tait alors Ă  ses dĂ©buts et Zawinul Ă©tait Ă  l’avant-garde de ce mouvement, car il avait continuĂ© d’expĂ©rimenter en tentant de fusionner la musique de diffĂ©rentes cultures.
ParallĂšlement Ă  son travail avec le groupe, Zawinul avait continuĂ© d’ĂȘtre actif dans diffĂ©rents contextes musicaux. À la fin des annĂ©es 1980 et au dĂ©but des annĂ©es 1990, Zawinul s’était produit avec son vieil ami le pianiste classique Friedrich Gulda. Il Ă©tait aussi retournĂ© vers la musique classique sur une vaste Ă©chelle avec la composition symphonique Stories of the Danube en 1993. L’oeuvre Ă©tait une commande du festival de Brucknerhaus, de Linz, en Autriche. La composition avait Ă©tĂ© d’abord prĂ©sentĂ©e lors du spectacle d’ouverture du festival en 1993. Oeuvre en six mouvements, la symphonie d’une durĂ©e de 63 minutes Ă©voquait le parcours du Danube Ă  travers diffĂ©rents pays et diffĂ©rentes pĂ©riodes historiques. EnregistrĂ©e en 1995 par le Czech State Philharmonic Orchestra de Brno sous la direction de Caspar Richter, la piĂšce avait Ă©tĂ© publiĂ©e sous forme de CD l’annĂ©e suivante. L’oeuvre comprenait Ă©galement une version de la piĂšce "Unknown Soldier" tirĂ©e de l’album I Sing the Body Electric (1972).
En 1994, Zawinul s’était installĂ© Ă  New York, ce qui l’avait contraint Ă  faire de nombreux voyages-Ă©clair en Europe, oĂč il avait conservĂ© de prĂ©cieux contacts musicaux durant toute sa carriĂšre aux États-Unis. En 1996, Zawinul et son groupe avaient enregistrĂ© My People, un album qui avait nĂ©cessitĂ© plusieurs annĂ©es de travail et dans lequel Zawinul avait continuĂ© de dĂ©montrer une remarquable capacitĂ© Ă  fusionner ses propres sensibilitĂ©s musicales avec celles d’autres cultures. ConssidĂ©rĂ© comme un des points culminants de la carriĂšre de Zawinul, l’album avait marquĂ© le dĂ©but sur disque de la nouvelle Ă©dition du groupe. Lorsque Richard Bona Ă©tait devenu le bassiste du groupe en 1997, l’intensitĂ© de la formation avait atteint un autre niveau, ce qui avait donnĂ© lieu Ă  la publication du double album live World Tour, qui avait Ă©galement obtenu une nomination au gala des prix Grammy.
ParallĂšlement Ă  sa collaboration avec le groupe, Zawinul avait continuĂ© de travailler sur plussieurs de ses projets personnels. En 1998, il avait notamment Ă©tĂ© chargĂ© de composer un mĂ©morial musical en hommage aux victimes de la Shoah. Zawinul avait mĂȘme interprĂ©tĂ© l’oeuvre lui-mĂȘme sur la site de l’ancien camp de concentration de Mauthausen dans le cadre du 60e anniversaire de sa construction prĂšs de Linz, en Autriche.
Au dĂ©but des annĂ©es 2000, Zawinul avait publiĂ© d’autres albums solo comme Faces & Places (2002), Midnight Jam (2005) et Brown Street (2007). En 2006, Zawinul avait collaborĂ© avec Vince Mendoza et le WDR Big Band dans le cadre d’une sĂ©rie de performances dans lesquelles il avait revisitĂ© les grands classiques du rĂ©pertoire de Weather Report. La tournĂ©e avait Ă©ventuellement donnĂ© lieu Ă  la publication d’un CD double intitulĂ© Brown Street. L’album avait Ă©tĂ© enregistrĂ© au club Birdland de Vienne.
Le dernier album de Zawinul, 75, avait Ă©tĂ© enregistrĂ© en concert en juillet 2007 Ă  Luzano, en Suisse, Ă  l’occasion de son 75e anniversaire de naissance.
Zawinul complĂ©tait une tournĂ©e de cinq semaines avec son groupe en 2007 dans le cadre du 20e anniversaire de la formation lorsqu’il avait dĂ» ĂȘtre hospitalisĂ© le 7 aoĂ»t au Wilhelmina Hospital de Vienne. Atteint du carcinome Merkel, une forme plutĂŽt rare du cancer de la peau, Zawinul est dĂ©cĂ©dĂ© dans ce mĂȘme hĂŽpital le 11 septembre. Il Ă©tait ĂągĂ© de soixante-quinze ans. Les cendres de Zawinul ont Ă©tĂ© enterrĂ©es au Vienna Central Cemetery. L’épouse de Zawinul, Maxine, Ă©tant dĂ©cĂ©dĂ©e un peu plus tĂŽt la mĂȘme annĂ©e, ils laissaient comme seuls descendants leurs fils Erich, Ivan et Anthony.
Le Zawinul Syndicate avait prĂ©sentĂ© son dernier concert Ă  GĂŒssing, en Autriche, le 3 aoĂ»t, six semaines avant la mort de Zawinul.
ConsidĂ©rĂ© comme un des rares prophĂštes musicaux du 20e siĂšcle, Zawinul avait jouĂ© un grand rĂŽle dans la naissance et le dĂ©veloppement du jazz-fusion au dĂ©but des annĂ©es 1970. Il avait Ă©galement contribuĂ© Ă  faire connaĂźtre le jazz auprĂšs d’un nouveau public traditionnellement peu friand de ce genre musical. Pionnier de l’utilisation des instruments Ă©lectroniques, Zawinul avait Ă©tĂ© un des musiciens et compositeurs de jazz les plus influents du 20e siĂšcle. Saluant les talents d’innovateur de Zawinul, le critique John L. Walters Ă©crivait: “Many current forms of music, and the myriad sounds, samples and beats that inform them, were influenced or predicted by Zawinul, the grand old man of electronic world jazz fusion.”
Zawinul, qui avait toujours eu un style trĂšs personnel, avait inspirĂ© le commentaire suivant Ă  son fils Anthony aprĂšs sa mort: “My dad raised the bar in the music world as a true artist to his profession. As a bandleader, he was able to pull out performances from his bandmates and take them to heights they never knew existed. He never compromised his art. You either liked it or you didn’t. One thing is for sure, though, you always knew it was Joe Zawinul.” En 2013, Anthony a fondĂ© la Zawinul Foundation for Achievement afin d’honorer la mĂ©moire de son pĂšre et d’encourager la carriĂšre de jeunes musiciens prometteurs.
MĂȘme s’il n’avait jamais terminĂ© ses Ă©tudes au Berklee College of Music, l’institution lui avait dĂ©cernĂ© un doctorat honorifique en musique en 1991. Dans le cadre de la cĂ©rĂ©monie, Zawinul s’était produit sur scĂšne aux cĂŽtĂ©s de Matthew Garrison, Torsten de Winkel, Abe Laboriel Jr. et Melvin Butler. Zawinul avait remportĂ© de nombreux autres prix au cours de sa carriĂšre, dont le Hans Koller Austrian State Prize (2000), le Ring of Honor (accordĂ© par la Ville de Vienne en 2002), le premier  International Jazz Award (dĂ©cernĂ© conjointement par la Jazz Festival Organization et la  International Association of Jazz Educators en 2002), le North Sea Jazz Festival Bird Award (2002), le Montreal Jazz Festival Miles Davis Award (2003) et la Silver Medal for Meritorious Service to the Republic of Austria (2003). Zawinul a aussi remportĂ© le Amadeus Austrian Music Award à deux reprises.
Zawinul est Ă©galement rĂ©cipiendaire de doctorats honorifiques du Three Town College de New York et de l’Academy of Music de Graz, en Autriche. Le Service autrichien des Postes a aussi Ă©mis un timbre spĂ©cial en l’honneur de Zawinul en 2004.
En 2006, les disques Sony ont publiĂ© un coffret de trois CD intitulĂ© Weather Report—Forecast: Tomorrow, une compilation qui retrace la carriĂšre du groupe de 1971 Ă  1985. Le coffret comprend Ă©galement du matĂ©riel inĂ©dit ainsi qu’un DVD documentant un concert du groupe en 1978.
Le percussionniste Alex Acuna, qui avait fait partie du groupe Weather Report lors de ses premiĂšres annĂ©es d’existence, avait dĂ©clarĂ© que Zawinul et Shorter avaient une vision trĂšs prĂ©cise de la direction qu’ils dĂ©siraient donner Ă  leur musique. Acuna avait prĂ©cisĂ©: "The vision was to make a band that makes music with all the sounds that the world generates.’’ MĂȘme s’il avait quittĂ© le groupe, Acuna Ă©tait toujours restĂ© proche de Zawinul. Il avait mĂȘme Ă©tĂ© membre de son dernier groupe, le Joe Zawinul Syndicate. Acuna avait ajoutĂ© que Zawinul Ă©tait un grand amateur de sports, et plus particuliĂšrement de boxe. MĂȘme si Zawinul avait la rĂ©putation d’avoir un caractĂšre un peu tranchant, il Ă©tait toujours honnĂȘte, sincĂšre et trĂšs intĂšgre.
Sur le plan musical, Zawinul dĂ©testait se rĂ©pĂ©ter et cherchait continuellement Ă  innover. Zawinul avait Ă©galement Ă©tĂ© un des premiers pianistes de jazz avec Chick Corea et Herbie Hancock à utiliser le piano Ă©lectrique et les premiers synthĂ©tiseurs (sur l’album Sweetnighter en 1973). AprĂšs avoir jouĂ© du piano Ă©lectrique Wurlitzer, Zawinul Ă©tait passĂ© au clavier Fender-Rhodes, Ă  qui il avait ajoutĂ© une pĂ©dale wah-wah puis un effet Mutron avec d’obtenir une sonoritĂ© plus complexe. La crĂ©ativitĂ© et le souci du dĂ©tail de Zawinul avait permis de concevoir un son plus contemporain et plus moderne. Zawinul avait aussi jouĂ© du kalimba sur les albums de Weather Report, Mysterious Traveller et Mr. Gone.
Plusieurs artistes ont rendu hommage Ă  Zawinul aprĂšs sa mort, dont Brian Eno (sur la piĂšce “Zawinul/Lava”), John McLaughlin (“Jozy”), Warren Cuccurullo (“Hey Zawinul”), Bob Baldwin (“Joe Zawinul”), Chucho Valdes (‘’Zawinul’s Mambo’’) et BirĂ©li LagrĂšne (“Josef”).
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SOURCES:
‘’Joe Zawinul.’’ All About Jazz, 2023.
‘’Joe Zawinul.’’ Wikipedia, 2023.
WALTERS, John L. ‘’Obituary: Joe Zawinul.’’ The Guardian, 13 septembre 2007.
WAS, David. ‘’A Look at the Life and Work of Joe Zawinul.’’ NPR, 12 septembre 2007.
‘’Zawinul, Joe.’’ Encyclopedia.com, 2023.
7 notes · View notes
rebelandoutlawrock · 1 year ago
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E con voi e dopo di voi finalmente la rivoluzione! Tutti i grandi pionieri della musica rock! Grazie!!!
lan đŸŽ¶đŸŽ€đŸŽ§đŸŽžđŸ„đŸŽč
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Jimi Hendrix, Janis Joplin, Joe Coker, the Who e molti altri ancora, ci avete trasmesso il fuoco, la passione il gusto, il significato del vivere rock.
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Thank you!!! ❀
Rockhistorylan đŸ”„
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colorfulprincewombat · 1 year ago
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22 DICEMBRE 2014 moriva JOE COCKER, quel soul che arrivava dalle miniere
OscurĂČ i Beatles con "With a little help from my friend".
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Un tono inconfondibile, un crepuscolo da Sinatra del rock
Joe Cocker, il "leone di Sheffield", la piĂč grande voce blues della storia del rock britannico, Ăš morto all'etĂ  di 70 anni.
Per oltre cinquanta (aveva esordito nel 1963 con la band degli Avengers, quando aveva solo 15 anni), aveva segnato la storia del rock con il suo tono roco e caldo, insegnando a un paio di generazioni di cantanti come si potesse cantare il blues ed il soul pur non essendo afroamericani, anzi arrivando dal cuore minerario dell'Inghilterra.
Impossibile non amarlo, come fecero tutti quando salĂŹ nel 1969 sul palco di Woodstock e cantĂČ, strappando le note con la carta vetrata della sua gola, una versione incredibilmente intensa di "With a little help from my friend", facendo diventare la sua versione l'originale e cancellando addirittura quella giĂ  famosa dei Beatles cantata da Ringo in "Stg. Pepper".
Cocker aveva uno stile inconfondibile, chiaramente ispirato alla lezione dei grandi bluesman afroamericani, ma riportato nel pieno dell'evoluzione del rock, venato di gospel e di psichedelia, sostenuto con l'elettricitĂ  e caricato con la passione.
E con queste caratteristiche era riuscito negli anni a diventare la voce piĂč riconoscibile del rock, soprattutto all'alba degli anni Settanta quando con Leon Russell e i mad Dogs & Englishman aveva conquistato l'America con uno straordinario tour e, sull'onda di quel successo, aveva spinto legioni di giovani cantanti a mettersi sulle sue orme. Imitatori del suo stile ce ne sono stati tanti, ma nessuno Ăš riuscito a eguagliare il maestro, che sapeva essere interprete sopraffino, in grado di prendere una canzone scritta da altri e trasformarla in qualcosa di suo.
Era successo cosĂŹ con molte canzoni dei Beatles, dei quali era diventato eccellente interprete, ma anche con molti altri classici del rock, del soul e del ryhthm'n'blues che nei primi anni Settanta aveva inciso in album molto belli, ricchi di brani come la leggendaria "You are so beautiful".
Poi gli eccessi, l'alcol e la droga, molte crisi e difficoltĂ  prima della rinascita, negli anni Ottanta, prima con la clamorosa vittoria dell'Oscar per "Up where we belong", cantanta con Jennifer Warnes e compresa nella colonna sonora di "Ufficiale e Gentiluomo", poi con album del calibro di "Sheffield Steel", e poi ancora con la planetaria affermazione di "you can't leave your hat on", che diventa il brano trainante del film "9 Settimane e 1/2".
Da quel momento in poi, complice la ritrovata serenitĂ  personale e familiare, con l'amore della sua vita, la moglie Pam, Cocker ritorna al successo, si trasforma in una sorta di "pontefice" del soul bianco, diventa il "Sinatra" del rock, in grado di invecchiare con infinita classe e saggezza, producendo dischi di ottimo livello, dei concerti sempre emozionanti e attraversare il passaggio del millennio come una star.
Ci manca Joe Cocker, il suo stile appassionato e travolgente, la sua inarrestabile simpatia, la disponibilitĂ  di un'artista di altri tempi, per il quale il rock non era mai morto, il soul era il sale della vita e la musica la cosa piĂč importante del mondo.
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marshmallow-biscuit-blog · 2 years ago
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Lace (Lacie) Float Java
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Just another little shit for the future lmfao
Lace is Shire's younger sister. (They're 5 years, almost 6 years apart) She was conceived shortly before Mugman had to go to war, so neither Mugman nor Rooty were aware of the pregnancy. (They were planning for this one though. They had started to lose hope on it though after a year of trying.) Anyways, Rooty found out about a month after Mugman had gone to war. Ofc, that piled more on her brain and emotions than she needed for the moment. Luckily, the family was highly supportive as they usually are, and Lace was safely born into a huge, loving family.
Onto Lace's personality. She's more like how her mom was as a kid. Energetic and wildly generous, but sneaky and often times rude. (Though this has more to do with her age and not understanding social cues) Lace loves her older brother dearly, and constantly wants to be around him. Ofc, it annoys Shire some, but he's mostly fine with her tagging along. She also adores her Grampa (Joe), but for some reason is timid around her Grandy (Sketch).
When Mugman comes back, she's aware that he's her dad, but was unsure of what to think. Not out of malice or being upset he wasn't there, but because she just didn't know who he was. Eventually, she's just as close as to Dad as Mom.
Bonus vvvv
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Also Sketch belongs to @marinerainbow
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percival895 · 7 months ago
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Provo a riassumere come i democratici si sono cacciati in questo pasticcio.  Primo, quei dem che hanno maggiore visibilitĂ  (perchĂ© governano sulle due coste, perchĂ© controllano i social media e grandi tv e giornali, perchĂ© dominano a Hollywood e in altri potentati della cultura di massa, perchĂ© hanno fiumi di denaro da Wall Street e da BigTech) hanno ignorato un vasto rigetto popolare verso gli aspetti piĂč radicali e controversi della loro proposta politica: le frontiere aperte all’immigrazione clandestina; un ambientalismo apocalittico che ha in odio l’economia di mercato e la crescita; un anti-razzismo che si Ăš rovesciato in forme di razzismo contro i bianchi nelle dottrine woke insegnate in tante scuole e universitĂ ; un’agenda Lgbtq+ promossa in modo arrogante e sprezzante verso chi ancora segue modelli di vita e di famiglia tradizionali.  Tutto questo descrive solo l’ala piĂč radicale del partito di Biden, che ha ancora un vasto centro moderato. Ma poichĂ© gli estremisti avevano una visibilitĂ  e un’influenza preponderante nella «bolla» e nei media, il partito democratico nel 2020 ha rischiato seriamente di presentare uno di loro come candidato. FinchĂ© gli elettori moderato-conservatori della base afroamericana hanno ripescato nelle primarie del 2020 il vecchio Biden. Il quale allora salvĂČ il suo partito dalla deriva - cosa di cui l’establishment gli fu sommamente riconoscente. Per placare l’ala sinistra Biden fece un gesto «identitario», si scelse come vice Kamala Harris i cui unici meriti, secondo i suoi critici, sono di essere donna e di colore. Ora i nodi vengono al pettine. Qualcuno dovrebbe convincere Biden a farsi da parte. Ma questo qualcuno non puĂČ essere associato alle fazioni che Biden sconfisse nel 2020, perchĂ© sono perfino meno credibili di lui.  Poi andrebbe risolto il problema Harris. Lei si considera l’erede legittima al trono. Per quanto difficile da immaginare, Ăš ancora meno popolare del presidente stesso. Anche lei quindi andrebbe «spinta» da parte, ma chi dovesse prendersi questa responsabilitĂ  sarebbe esposto al processo «identitario»: come osa far fuori una donna di colore. Infine, quand’anche si trovassero i notabili di partito capaci di mettere a segno le due prime operazioni, con l’allontanamento forzato di Joe e Kamala, resterebbe aperto il problema di recuperare voti fuggiti a destra perchĂ© spaventati da certe derive estremiste dei dem. Tutto questo andava fatto negli ultimi due anni, gestendo delle vere primarie aperte, un dibattito serio e senza tabĂč tra le varie correnti del partito. Se non Ăš accaduto in questi anni, c’ù una ragione, e anche piĂč d’una. Era piĂč facile continuare a demonizzare Trump, o a trascinarlo da un tribunale all’altro, che cercar di capire come questo losco personaggio possa rappresentare il «meno peggio», per quasi mezza America. - Federico Rampini, La vera vittoria di Trump
L'arma di distruzione di massa, il nichilismo della politica, il menopeggismo si Ăš rivoltato contro i suoi stessi creatori: ottimo.
(Il candidato vincente i Dem lo avevano : Kennedy, il che rende tutto piĂč tragicomico)
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vintagetvstars · 6 months ago
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CLOSED! Preliminary Hot Vintage TV Men List
Alright folks! We have one week left on submissions for the Hot Vintage TV Men's Bracket! As promised here is a list of all the Hot Vintage TV Men who have been submitted and passed our preliminary eligibility checks. There are a handful of guys on this list and one or two not on it that we are currently still debating on so reminder that this list is not final and subject to change.
Currently we have 231 Hot Vintage TV Men!
Also in advance of the competition I'd like to remind anyone submitting propaganda for someone that starred in a show that aired only partially during our timeframe or was under 18 for a part of a shows filming, to please make sure you are only submitting propaganda that is from within our timeframe and when the actor was 18 years or older. This is also just good to keep in mind in general as several people submitted actors for shows that aren't eligible for our tournament either because it was outside our time period or in one case the actor was underaged for the entirety of the show (though many were eligible for other shows they were submitted for). We do our best to screen for these things but sometimes it's hard to tell or it’s a show we don't personally know well enough so we appreciate help from y'all letting us know if you do catch anything.
List below the cut
Preliminary Hot Vintage TV Men List
Dick Van Dyke
Alan Alda
Hugh Laurie
Peter Falk
Adam West
Donnie Wahlberg
Kevin McDonald
Scott Thompson
David Duchovny
Henry Winkler
Leonard Nimoy
Scott Bakula
James Garner
Tom Selleck
Dave Foley
John Astin
Joe Lando
Patrick Troughton
William Shatner
DeForest Kelley
Michael Ontkean
Russell Johnson
Kyle MacLachlan
Bruce McCulloch
William Hopper
George Clooney
Jeffrey Combs
Michael Horse
Mark McKinney
Jensen Ackles
Alejandro Rey
Mitch Pileggi
David Cassidy
Jeremy Brett
Anthony Head
George Takei
David Selby
Rod Serling
Paul Gross
Desi Arnaz
Tom Baker
Richard Dean Anderson
David Keith McCallum
Richard Chamberlain
Charles Shaughnessy
David James Elliot
Vincent Van Patten
Darren E. Burrows
David Hyde Pierce
Randolph Mantooth
Ricardo Montalban
Gene Anthony Ray
William Hartnell
Patrick McGoohan
René Auberjonois
Alexander Siddig
Reece Shearsmith
Michael T. Weiss
William Shockley
Spencer Rochfort
Danny John-Jules
David Hasselhoff
Conner Trinneer
Patrick Stewart
Jonathan Frakes
Paolo Montalban
Scott Patterson
Armin Shimerman
Anthony Andrews
David Schwimmer
Blair Underwood
Sylvester McCoy
Andrew Robinson
Pierce Brosnan
Thorsten Kaye
Anthony Starke
Darren McGavin
Clint Eastwood
Joseph Marcell
Michael Vartan
Richard Ayoade
George Maharis
Michael J. Fox
Dwayne Hickman
John de Lancie
Andre Braugher
Robert Carlyle
Dean Stockwell
Matthew Perry
Robert Fuller
Michael Hurst
Dana Ashbrook
Jonathan Frid
Dirk Benedict
Martin Milner
Demond Wilson
Robert Conrad
Telly Savalas
Peter Davison
Michael Praed
Jason Bateman
David Tennant
Brian Blessed
Miguel Ferrer
Micky Dolenz
Wayne Rogers
Mike Farrell
Michael Dorn
Cesar Romero
Eddie Albert
Nate Richert
Nicholas Lea
Brent Spiner
Dick Gautier
John Corbett
Jeremy Irons
David Suchet
Raymond Burr
LeVar Burton
David Wenham
Clint Walker
Larry Hagman
John Goodman
Matt LeBlanc
Tom Smothers
Erik Estrada
Jeremy Sisto
Colm Meaney
Stephen Fry
Ted Bessell
Ron Perlman
Luke Halpin
Ted Cassidy
Kevin Sorbo
John Cleese
Colin Firth
Colin Baker
Fred Rogers
Ben Browder
Keir Dullea
Randy Boone
Kent McCord
Jimmy Smits
Mark Lenard
Jon Pertwee
Fred Grandy
Mark Hamill
Ted Danson
Adam Brody
Noah Wiley
Eric Close
Lee Majors
Jamie Farr
Tony Danza
Kabir Bedi
Seth Green
Rik Mayall
Hal Linden
Diego Luna
Peter Tork
Sean Bean
Sam Neill
Eric Idle
Ted Lange
John Shea
Ron Glass
Tony Dow
Mr. T
John Hurt
Avery Brooks 
Billy Dee Williams 
James Marsters 
Robert Vaughn 
Kevin Smith 
Davy Jones 
Luke Perry 
Robert Duncan McNeill 
Simon MacCorkindale 
Keith Hamilton Cobb 
Chad Michael Murray 
James Earl Jones 
Bruce Boxleitner 
Timothy Olyphant 
Andreas Katsulas 
Valentine Pelka 
Peter Wingfield 
Sebastian Cabot 
Michael Nesmith 
Timothy Dalton 
Michael Shanks 
Joshua Jackson 
Michael O’Hare 
Robert Beltran 
Simon Williams 
Paul Johannson 
Daniel Dae Kim 
David Boreanaz 
Boris Karloff 
Robert Wagner 
Brandon Quinn  
Walter Koenig 
Richard Hatch 
Christian Kane  
Francis Capra  
Nathan Fillion 
John Forsythe 
Patrick Duffy 
Tony Shalhoub 
Ioan Gruffudd 
Garrett Wang  
Joe Flanigan  
Rider Strong  
Michael Tylo 
Bruce Willis 
Skeet Ulrich  
Jeff Conaway 
Paul McGann 
Scott Cohen 
Mario Lopez  
Martin Kove 
John Stamos 
Judd Hirsch 
Johnny Depp 
Tom Welling 
Matt Bomer 
Grant show 
David Soul  
Bob Crane  
Tim Russ 
Rob Lowe 
Neil Patrick Harris 
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Storia Di Musica #349 - Art Farmer & Gigi Gryce, Art Farmer Quintet Featuring Gigi Gryce, 1956
Jackie McLean, uno dei piĂč grandi sassofonisti bianchi, che pubblicĂČ con la Prestige 6 album, considerava Bob Weinstock solo un affarista. Altri non erano d'accordo (Miles Davis era uno tra questi) ma Ăš indubbio che le modalitĂ  con cui Weinstock faceva funzionare la Prestige erano peculiari, tanto che divennero quasi un marchio di fabbrica. Innanzitutto, non pagava le prove ai musicisti, cosĂŹ buona parte del pur prestigioso catalogo Ăš composto da standard e molto poco da brani originali, data l'impossibilitĂ  di provarli. D'altronde, lui spingeva moltissimo a registrare qualsiasi cosa: negli anni d'oro, a metĂ  anni '50, riusciva a pubblicare 75 dischi all'anno, un'enormitĂ . E persino i ritmi delle registrazioni erano quasi "industriali": agli studi Van Gelder c'erano sessioni anche per 18 ore al giorno e spulciando i cataloghi Prestige (ci sono superbi siti che ne raccolgono tutti i dati) non di rado grandi dischi furono registrati nello stesso giorno, a poche ore di distanza. Weinstock era un tipo strano, ed era famoso anche per la sua tirchieria: si dice che il numero davvero esiguo di alternative takes (cioĂš registrazioni differenti dello stesso brano da parte degli stessi musicisti) della Prestige era dovuto al fatto che imponesse il riutilizzo dei nastri non considerati pubblicabili per risparmiare, quando invece per altre case discografiche quelle registrazioni alternative era una vera e propria miniera d'oro di filologia musicale sull'evoluzione di brani o artisti.
Ci sono perĂČ delle eccezioni, come il disco di oggi, che Ăš uno dei capolavoro del catalogo Prestige e uno dei dischi piĂč belli di post bop del tempo. I suoi due protagonisti furono Art Farmer e Gigi Gryce. Farmer Ăš stato uno dei piĂč grandi trombettisti della sua generazione: a fine anni '40 suona con Jay McShann e in seguito con Benny Carter, Gerald Wilson, Roy Porter e Dexter Gordon, concentrandosi ad esibirsi nella zona di Kansas City. Nel 1952 scrive per Wardell Gray, un sassofonista, la sua prima canzone che diventerĂ  uno standard, Farmer's Market. SuonerĂ  poi con alcuni dei piĂč grandi e dopo l'incontro con Gryce suonerĂ  in famosi dischi di Coleman Hawkins, Thelonious Monk, Charles Mingus, Art Blakey/Horace Silver's Jazz Messengers, prenderĂ  il posto, nel 1958, di Chet Baker, cacciato da Gerry Mulligan nel suo Quintetto e fonderĂ  un gruppo davvero straordinario, Jazztet, con Benny Golson e di cui faranno parte suo fratello Addison al contrabbasso, Dave Bailey alla batteria, Curtis Fuller al trombone e McCoy Tyner al pianoforte, all'inizio della sua straordinaria carriera.
Sebbene fu breve, il suo incontro con Gigi Gryce lasciĂČ un grande segno nella storia del Jazz. George General Grice Jr., il vero nome di Gigi Gryce, Ăš stato un sassofonista, compositore e arrangiatore. Nativo della Florida, si diploma al conservatorio di Boston. Si incrocia giĂ  con Farmer, poichĂš i due ruotano nella band di Lionel Hampton, il celeberrimo vibrafonista, ma Gryce vola a Parigi dove incide i primi brani, nel 1953. Al ritorno dall'Europa, mette su un sodalizio con Farmer, che porta a varie incisioni ai Van Gelder Studios per la Prestige: le prime nel 1954 e nel 1955 finiscono in When Farmer Met Gryce, un'altra, dell'ottobre 1955, nel disco di oggi, come giĂ  accennato uno dei capolavori di quegli anni.
Art Farmer Quintet Featuring Gigi Gryce esce nel 1956 ma nel 1963 verrĂ  ristampato con un altro nome, Evening In Casablanca, dal nome di una delle piĂč famose composizioni di Gryce presente nel disco. Come in When Farmer Met Gryce, le composizioni sono quasi tutte autografe, regalando un suono ricco di nuove strutture e armonie. Il quintetto di Farmer era composta da: Duke Jordan al piano, Addison Farmer (fratello di Art) al bass, Philly Joe Jones alla batteria e Gryce al sassofono contralto. Il disco si apre con Forecast di Jordan, molto swing, con tre assoli di Farmer, Gryce e Jordan. Poi arriva tutta la grazia di Gryce: Evening In Casablanca diventerĂ  un classico, la novitĂ  introdotta dalla struttura musicale di Nica's Tempo, brano dedicato alla leggendaria baronessa del jazz, Pannonica de Koenigswarter, per gli amici Nica, erede del ramo Rothschild inglese, mecenate di tanti musicisti jazz tra gli anni '40 e '50. E poi la grazia e lo spumeggiante di Satellite (altro esempio di struttura musicale innovativa) e le piĂč classiche Sans Souci e Shabozz.
Farmer continuerĂ  la sua carriera, tra l'altro vivendo spesso in Europa: dopo un tour europeo si trasferisce a Vienna, sposa una viennese, si interessa alla musica classica, portando il jazz nella capitale austriaca dato che ogni suo vecchio amico americano per andarlo a trovare finiva per suonare con lui da qualche parte. Molto piĂč misteriosa fu invece la vita di Gryce: dopo Farmer, fondĂČ un gruppo, Jazz Lab Quintet, suonĂČ fino agli inizi degli anni '60 tra gli altri con Thelonious Monk, John Coltrane e Coleman Hawkins ed era considerato uno dei migliori arrangiatori della scema musicale. Poco dopo si convertĂŹ all'islam, cambiando nome in Basheer Quisim, e lavorĂČ come professore di scuola elementare fino alla morte, nel 1983, nella nativa Pensacola, abbandonando la musica. Che nel 1956 fu molto fortunata ad aver sostenuto l'incontro tra Art Farmer e Gigi Gryce.
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watching-pictures-move · 1 year ago
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Viddying the Nasties | Anthropophagus (D'Amato, 1980)
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I decided to revisit this upon learning of Tisa Farrow's passing. Farrow gets some cute moments with her male co-stars and makes for a pretty appealing lead, so despite some of the horrible things that happen, this is a nice movie to remember her by. While these classic Italian splatter movies aren't necessarily known to be actors' showcases, you watch enough of them, and see the same actors pop up time and time again, and in a way they become your friends. So along with Farrow, it was nice to spend some time again with some other familiar faces.
Like Zora Kerova as an erratic psychic, although her inability to predict anything specific brings to mind a piece of wisdom from the great Jean-Claude Van Damme: “If you phone a psychic and she doesn't answer the phone before it rings, hang up.” And Serena Grandi, who has nothing to do but be very pregnant, although as pregnant performances in genre movies go, she ranks below Tisa's sister Mia in Rosemary's Baby and Chen Ping in The Vengeful Beauty, who would wince and hold her belly in between fight scenes. But out of the protagonists, I think the best used is Margaret Mazzantini, who is great at looking sc-sc-scared!!! with her appealingly wide eyes anytime she senses the monster is near from the scent of blood. Although when we first meet her, she leaps out a-stabbin' from a barrel full of blood, which I would assume would dull her senses somewhat. This is right after a cute little cat leaps onto a piano.
And most importantly, there's George Eastman as the titular monster. Like seemingly many of his movies, he plays a disgusting freak, but this time it's not just in the contents of his heart, he looks like one too. When I first saw this, I hadn't seen any of his other movies previously, so I kind of assumed that this is what he'd actually looked like. I mean, not the awful complexion, I knew that was makeup. But I definitely assumed he had the same hairline. Luckily there are family photos and a flashback that along with creating and then dispelling the central mystery, hold some educational value for those similarly unfamiliar with Eastman outside of this one movie. When I first watched this, I remember finding the initial reveal, which comes about halfway into the movie, a little lame. I'm not gonna pretend that's not still the case, but I do appreciate that Joe D'Amato quickly realizes his mistake and tries to correct for it by pushing Eastman back into the shadows, and during such scenes, I can appreciate this would have played great on a murky VHS in which you could barely make him out as he skulks around, a-stabbin' and a-bitin' and doing all the other horrible things he does. But for the rest of the movie, I can appreciate how well this plays in the relatively pristine forms it's now easily available in, as D'Amato strengths as a cinematographer are readily evident.
I was pleasantly surprised during my initial viewing how low key this was, and appreciated its commitment to building suspense by withholding the gore gags. Like I said, you don't even get to see the monster until halfway into the movie, and the scenes the movie is best known for, two outrageously gnarly scenes of violence, come within the last third or so. I can understand why those expecting a nonstop gorefest might be disappointed, but I like the way this movie almost lulls you to sleep with its pleasant scenery, the blindingly white beaches and buildings of the coastal village during the day, the darkened corridors and catacombs lit only by candles or torches. (Anyone like me who likes creepy corridor scenes will get a kick out of this.) The vacation vibes here are strong. Never mind the heavy breathing during the shots where the characters may or may not be getting spied on from a distance. What could go wrong?
And when you've dozed off, BAM! He hits you with a horrific gore scene. Within the first few minutes, we get some underwater bloodletting and some classic D'Amato face trauma. And of course there are those two all-timer scenes I mentioned, one unbelievably mean-spirited gag where Eastman, uh, gets the munchies for a California cheeseburger (D'Amato used a skinned rabbit covered in blood), and an equally outrageous final scene where Eastman get the munchies for, uh, himself. There's even some comic relief in the form of Eastman rolling off a rooftop after getting hit in the leg with a pickaxe like in a slapstick comedy. Is it intentional? Who cares?
As I'm gotten somewhat better versed in D'Amato's work, this now gives me some of the same queasy vibes as his Caribbean porno horrors, but is probably a more palatable watch. One, you don't get the same nauseating sense of heat and exhaustion as the vacation buildup is at least pleasant on the surface. Two, without the hardcore scenes, this runs at a more digestible hour and a half instead of the brutal two hour runtime of some of those. Three, without the hardcore scenes, you don't have to experience the raw, unmitigated horror of Mark Shannon's suspiciously textured balls in closeup. The only thing warty here is Eastman's monster makeup. Which I guess makes it a comparatively less scary movie. But otherwise it's a more enjoyable one.
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